Il Popolo del Mare

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Leggende Storia

Rito di incubazione e tradizioni in Sardegna

Il rito dell’incubazione in Sardegna si protrae fino all’arrivo del cristianesimo. La “nuova religione” porta trasformazioni profonde, vengono abbandonati gli antichi riti e abbracciata la novità del cristianesimo. Ma è davvero così? Nelle tradizioni sarde non è rimasto niente degli usi e delle credenze dei “padri“? In realtà le nostre tradizioni sono ancora permeate dallo spirito del passato. 

 

 

In molti paesi della Sardegna sono presenti chiese campestri dedicate a un santo protettore, ogni chiesetta è affiancata dalle “cumbissìas”, secondo Massimo Pittau questo termine sarebbe di diretta derivazione nuragica e significa “dormitorio” o ancora meglio “dormitorio per la incubazione“. Infatti:

Le cumbissías esistono anche presso numerosi santuari degli antichi Nuragici, ad esempio a Santa Vittoria di Serri e a Santa Cristina di Paulilatino, già santuari nuragici, poi diventati, per il fenomeno molto frequente del «sincretismo religioso», santuari cristiani(4). Le cumbissías di Santa Vittoria di Serri hanno un pianta del tutto simile a quella delle attuali pinnettas di Nostra Signora de Sauccu di Bortigali oppure erano lògias, lollas uguali alle «logge, tettoie» attuali. Anche per le cumbissías di Santa Vittoria di Serri non si può ipotizzare alcuna funzione differente da quella di «dormitori provvisori. Ma non basta, considerato che le cumbissias di Santa Vittoria risultano chiuse da un recinto e tutte sono rivolte verso l’interno, cioè verso gli edifici di culto (proprio come si constata chiarissimante a San Cosimo di Mamoiada e sa Itria di Gavoi, ecc.), è stato ragionevolmente prospettatata l’ipotesi che esse servissero anche per effettuare il rito dellaincubazione. (Massimo Pittau)

Perciò quello che era un rito antichissimo è stato integrato in forma più leggera nella venerazione dei santi protettori.

La cosiddetta “medicina dello spavento” , in genere fatta dalle donne chiamate  deina o maiargia, consiste nel benedire con speciali formule magiche l’acqua in un bicchiere, l’acqua viene poi fatta bere, quello che rimane viene gettata alle spalle da chi deve guarire da un forte spavento o da incubi ricorrenti. ricorda in qualche modo le pozioni soporifere che venivano dato al dormiente nel rito dell’incubazione. In alcuni paesi della Planargia questo rito viene svolto solo quando c’è un morto in paese, perchè il defunto si porti via il male. 

In Barbagia, invece, chi riteneva di aver visto il fantasma di un uomo morto di morte violenta o che aveva assistito a un fatto tragico, andava a rotolarsi, per tre volte, davanti al cimitero del paese.

Leggende Storia

Il Sardus Pater : un dio guerriero e cacciatore

In Sardegna l’idea della dea madre, dispensatrice di vita,  viene messa in secondo piano quando, probabilmente sotto l’influsso di altre popolazioni, nasce il culto della virilità. L’erezione di monoliti, in un primo tempo semplici e poi tendenti all’antropomorfismo, pare essere una prova di questo cambiamento che porta al culto del “Sardus Pater“. E’ probabile che questa nuova concezione religiosa abbia subito un’impulso anche dalle prime lotte tra famiglie e classi sociali, per cui la forza e la virilità servivano a superare le difficoltà producendo, allo stesso tempo, una grande ammirazione per i capi guerrieri.

Il Sardus Pater era il dio dei sardi nuragici, venerato in un luogo sacro, lo stesso dove oggi sorge il Tempio di Antas, a Fluminimaggiore. La divinità nuragica, in realtà, era Sid Addir che sotto il dominio punico diventa Sid Addir Babbai, nome cambiato ancora dai romani in “Sardus Pater Babbai”. Sid è un dio benevolo, guerriero e cacciatore, protettore dei sardi e delle loro famiglie. Nel Tempio di Antas sono state ritrovate piccole lance e giavellotti, ma anche un delfino e una piccola ancora, quasi a indicare la natura marinara del dio, ma interessante è il ritrovamento di due piccole statue delle divinità guaritrici  Shadraphà ed Horon, a indicare la benevolenza del dio Sid verso il suo popolo. Altri studiosi sostengono che il Sardus Pater sia frutto di una leggenda che attribuisce al dio la fondazione del popolo sardo.

Già Tolomeo parla di un tempio dedicato a Sardus, indica anche il luogo, si trova nella Sardegna meridionale, indica perfino le coordinate geografiche. Gli studiosi sardi per decenni hanno cercato di localizzare il luogo esatto dove questo tempio doveva trovarsi, la scoperta viene attribuita al Generale Lamarmora che, nella prima metà dell’800, individua la cittadina di Metalla, dove Tolomeo indica l’ubicazione del tempio, nel territorio di Fluminimaggiore.

Per Attilio Mastino:

« Il Tempio dedicato al Sardus Pater ha rappresentato nell’antichità preistorica, poi in quella punica e soprattutto in età romana, il luogo alto dove era ricapitolata tutta la storia del popolo sardo, nelle sue chiusure e resistenze, ma anche nella sua capacità di adattarsi e di confrontarsi con le culture mediterranee. »

Leggende

La nascita delle launeddas.

In un tempo lontano, in una radura vicino al mare, viveva Sadur, vecchio pastore dai lunghi capelli e dalla barba gialla. La sua capanna era come quelle che, ancora oggi, si possono vedere nelle terre del Gennargentu. Un cerchio di pietre murate a secco, sormontato da frasche chiuse a cono, delimitava lo spazio in cui …