Il Popolo del Mare

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Tradizioni video

S’Accabbadora, il rituale della buona morte | VIDEO

Fino ai  primi anni  del secolo scorso la figura de “s’accabbadora” era presente praticamente in tutti i paesi della Sardegna , dava quella che oggi chiamiamo la “buona morte”. Ma non tragga in inganno il ruolo e l’attività di questa figura femminile, come vedremo in questo video dello staff di “Luoghi Misteriosi“, s’accabbadora agiva solo ed esclusivamente quando per il malato era stato fatto tutto il possibile, sia dal punto di vista medico che dal punto di vista della medicina popolare in un ambiente familiare sereno e mai rassegnato.    

 

 

Tradizioni

Su nenniri: segno di vita nuova

L’equinozio di primavera segna l’inizio della metà luminosa dell’anno, è il tempo in cui la terra si risveglia si copre di colori. In Sardegna, come in altre culture, questa data è legata alla rinascita e alla fertilità. 

 

 

Una delle tradizioni pasquali diffuse in tutta la Sardegna è la preparazione de “Su Nenniri” . La prima settimana di Quaresima si usa seminare in un piatto, oppure in una ciotola di terracotta, una piccola quantità di grano poggiata sul cotone o su scarti della lavorazione del lino. Il piatto poi viene custodito al buio, le nostre nonne lo conservavano sotto il letto, perché i germogli non devono assumere il colore verde, ma devono rimanere gialli, la semina va innaffiata frequentemente, prestando attenzione però che il cotone non metta la muffa. Il Giovedì Santo Su Nenniri si porta in chiesa, dopo essere stato guarnito con nastri e fiori. Se si vuole ottenere una composizione particolare insieme al grano si possono seminare alcune lenticchie. A Cagliari Su Nenniri viene regalato a parenti e amici come segno di felicità e prosperità, viene messo, come centrotavola, nella tavola di pasqua e conservato finché i germogli non seccano.

Tradizioni

Nostra Signora di Gonare.

In Sardegna, praticamente, ogni paese ha una chiesa o un santuario dedicato al culto della Madonna. Le chiese, spesso, si trovano lungo le coste o in cima a colline o montagne. Tra i territori di Orani e Sarule, a 1.112 m. sul livello del mare  si trova il Monte Gonare che ospita, proprio in cima, il santuario di Nostra Signora di Gonare, uno tra i più belli e suggestivi della Sardegna.

 

La leggenda racconta che, intorno all’anno 1000, Gonario di Torres, giudice del Logudoro, al rientro da Gerusalemme nel golfo di Orosei, fu sorpreso da una terribile tempesta. Per salvare se stesso e i suoi uomini chiese una grazia alla Madonna, se lo avesse aiutato avrebbe costruito un Santuario in suo onore nel primo lembo di terra che avesse visto al placarsi della tempesta. Improvvisamente la tempesta cessò e, al diradarsi delle nuvole, Gonario vide una montagna avvolta da un alone azzurro  e con  una strana  forma a piramide, mantenne la sua promessa e in poco tempo fece edificare una chiesa in cima al monte che prese il nome di Gonario, tramutatosi in Gonare con il passare del tempo.

Alla Madonna piacquero la chiesa e il luogo dove era stata edificata che decise di recarsi a visitare il Santuario. mentre percorreva la salita, stanca, si riposò su un grande sasso,s’imbaradorgiu, lasciando il segno del suo poggiarsi. Il sasso esiste ancora e chi vuole alleviare i suoi dolori, anche spirituali, o guarire da una malattia o ottenere una grazia  si appoggia là, dove la Madonna si è riposata.

Nel santuario si svolgono  tre feste annuali che vengono celebrate il 25 marzo, l’ultima domenica di maggio e l’8 settembre (la festa grande). La festa grande, molto sentita,  è anticipata da una Novena di preghiere. Il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, viene preparato il pane votivo “Su pane e vintichimbe” che viene donato ai pellegrini che giungono al Santuario da ogni parte della Sardegna.

 

Tradizioni

Ricetta delle “Pardulas” ogliastrine: ingredienti e preparazione

Ingredienti ( per il ripieno) 1 Kg. di casu ‘e matula’ ( formaggio fresco, non salato, di un giorno); 5 tuorli d’uovo; 2 bustine di zafferano; 1/2 Kg. di zucchero; un pugno di farina o di semola; la buccia grattugiata di un’arancia e un limone. Per la sfoglia 1/2 Kg. di farina; un cucchiaio di strutto.

 

 

Preparazione Grattugiare il formaggio, aggiungere le uova e lo zucchero, quindi incorporare la farina, lo zafferano e la scorza degli agrumi. L’impasto deve risultare ben omogeneo. Preparare la sfoglia, aggiungendo per ultimo lo strutto, stenderla e preparare dei dischetti sui quali viene posto il ripieno, guarnire con i diavoletti,   chiudere i dischetti stessi a “corona” e infornare per 15 minuti circa a forno moderato. E’ importante lasciare asciugare il formaggio, per almeno un giorno.